Saul Arpino ritorna…


Avete visto quella faccia della foto in vetrina… chi è quello, sono forse io?
Potrei dire di sì ed anche di no…. Sono io per le convenzioni del mondo, non sono io perché l’io non può essere fissato ad un’immagine momentanea e mutevole.
Quell’io che vedete è un attore che recita in una commedia, in un certo senso non ha nome né forma precisa, come tutti gli attori che possono interpretare vari ruoli.
Ma il mio vero “io” non si manifesta solo nei ruoli ma nella sceneggiatura, nei costumi, nelle parti comprimarie, nella musica, nella regia, nelle luci, negli spettatori… eccetera…


Volendo però dargli un nome chiamerò quell’io Saul Arpino. Un nome inventato? Forse sì e forse no.. il nome potrebbe esistere od avrebbe potuto esistere… mio nonno –ad esempio- avrebbe potuto chiamarsi così… poi per motivi banali, di sopravvivenza bruta, prese a chiamarsi Paolo D’Arpini… ed io voglio seguire il suo esempio -ma al contrario- cambio nome e divento Saul Arpino, perlomeno su questo blog.


A proposito di blog… sentivo il desiderio di crearmi un piccolo palcoscenico sul quale recitare alcune parti che non mi sono consentite in altri spazi. Da questo luogo, che forse mi riporta indietro nel tempo, un ritorno ai dinosauri del passato remoto oppure verso un avanti sconosciuto, non so, mi prenderò la libertà di raccontare e mostrare agli accorti lettori alcune segrete immagini dell’essere… di quel che io sono o non sono, descrivibile o indescrivibile…..


Vostro affezionato, Saul Arpino.

giovedì 25 giugno 2009

Il canto dell’Illuminazione

Sono uscito a fare una passeggiata,
vestito con il mantello delle nubi,
camminando sulle montagne,
sulle ali del vento.

Sto vagando qui e là,
sospinto dalla gioia.
I torrenti ed i fiumi
mi hanno riconosciuto
e mi chiamano.

Un maha-mantra vedico
traspira dalla natura:
"Tat Tvam Asi…"
Tu sei Quello, Tu sei Quello...

Tu sei l’anima del mondo,
questo gioioso spettacolo
è la proiezione del tuo Sé,
tutte le forme sono tue.

Osservo le cascate e lo scorrere dell’acqua,
i fiori, le foglie, gli strani odori,
lo spettacolo brillante e variopinto,
e scorgo me stesso in ogni sfumatura,
sono presente in ogni sasso.

La sposa, dimenticando l’affetto verso i genitori,
offre se stessa, anima e corpo, al suo sposo.
Un bambino, a lungo separato dalla madre,
alfine la ritrova.

Il mio cuore straripa, si scioglie,
in un dolce tormento.

Sono avido di Pace,
incantato nel pensiero di Pace.
Ogni desiderio è svanito dai confini del mio cuore
trasformandosi in "unione permanente".

Lacrime di gioia cadono a terra,
da una nuvola piovono perle….

Swami Ramatirtha

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