Saul Arpino ritorna…


Avete visto quella faccia della foto in vetrina… chi è quello, sono forse io?
Potrei dire di sì ed anche di no…. Sono io per le convenzioni del mondo, non sono io perché l’io non può essere fissato ad un’immagine momentanea e mutevole.
Quell’io che vedete è un attore che recita in una commedia, in un certo senso non ha nome né forma precisa, come tutti gli attori che possono interpretare vari ruoli.
Ma il mio vero “io” non si manifesta solo nei ruoli ma nella sceneggiatura, nei costumi, nelle parti comprimarie, nella musica, nella regia, nelle luci, negli spettatori… eccetera…


Volendo però dargli un nome chiamerò quell’io Saul Arpino. Un nome inventato? Forse sì e forse no.. il nome potrebbe esistere od avrebbe potuto esistere… mio nonno –ad esempio- avrebbe potuto chiamarsi così… poi per motivi banali, di sopravvivenza bruta, prese a chiamarsi Paolo D’Arpini… ed io voglio seguire il suo esempio -ma al contrario- cambio nome e divento Saul Arpino, perlomeno su questo blog.


A proposito di blog… sentivo il desiderio di crearmi un piccolo palcoscenico sul quale recitare alcune parti che non mi sono consentite in altri spazi. Da questo luogo, che forse mi riporta indietro nel tempo, un ritorno ai dinosauri del passato remoto oppure verso un avanti sconosciuto, non so, mi prenderò la libertà di raccontare e mostrare agli accorti lettori alcune segrete immagini dell’essere… di quel che io sono o non sono, descrivibile o indescrivibile…..


Vostro affezionato, Saul Arpino.

sabato 16 agosto 2014

Il Giornaletto di Saul del 17 agosto 2014 – ....di corsa a Treia


Treia - Seduti dove c'era il glicine ed ora non c'è più

Siamo dove stiamo, cioè a Treia. Una delle ospiti, venuta assieme a Ilaria e Luisa, Tania, una signora scozzese, mezza svizzera e mezza cinese, dice: Siate!

Ieri non ho avuto il tempo di raccogliere articoli e commenti, Caterina ed io siamo arrivati da Spilamberto all'ora di pranzo, che era da preparare ovviamente, inoltre c'era da ravvivare la casa rimasta chiusa per due mesi: le piante da annaffiare (poverine), bagagli da sistemare, finestre da aprire, etc. etc. Il tutto mentre preparavamo un sughetto fresco di pomodori, aglio, capperi, basilico greco, sale, olio d'oliva, olive... per condire un mezzo chilo di fusilli integrali, insalatina, yogurt, pane fatto da Caterina con il lievito madre, kefir, acqua frizzante della sorgente urbana che abbiamo portato da Spilamberto... Mentre stavamo per andare a cantare nella sala di meditazione, ecco il campanello che suonava per avvisarci dell'arrivo delle nostre amiche... Canti sostituiti da convenevoli, saluti, baci, abbracci, confidenze, ricordi di quando... etc.

Siamo rimasti a tavola a raccontarcela, anzi veramente son stato io a raccontare tutta la storia del mondo a cominciare dalla creazione in poi... me la sono cavata in un paio di orette. Fino al momento in cui mi sono ricordato che era ora della pennichella... Al risveglio, dopo le 5, ci siamo fatti un tè al tulsi, con biscotti stagionati della CE (gli unici rimasti in casa), doccia e poi passeggiata per le stradine di Treia e puntata in pizzeria per finire la giornata in bellezza. Va da sé che non ho potuto fare altro (per il Giornaletto)... Perciò accontentatevi!

Stamattina colazione al solito baretto in piazza e gita con le amiche a Recanati...

Ciao, Saul/Paolo

…....................

Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“In una vertenza giudiziaria od in una polemica verbale c'è un modo per essere sconfitti onorevolmente: farlo in fretta. Nel sumo è la stessa cosa. Una vittoria riportata in maniera scorretta, invece, è peggio di una sconfitta. In molti casi, è come perdere con un avversario scorretto” (Hagakure) 

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